ALGHERO – La situazione in Nurra è drammatica. Campi secchi, raccolti compromessi, bestiame in difficoltà e totale assenza d’acqua. A denunciarlo è il Centro Studi Agricoli, che punta il dito contro l’immobilismo delle istituzioni e chiede interventi urgenti e concreti, non più parole vuote e promesse non mantenute.
Una crisi senza precedenti: «Zero acqua, zero indennizzi»
Mentre si moltiplicano tavoli e incontri istituzionali, sul campo non si muove nulla. Gli agricoltori sono lasciati soli, senza aiuti e senza risposte.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: zero risorse idriche, zero sostegni economici, zero certezze per il futuro.
«L’acqua è vita. Senza acqua, la Nurra muore. E con lei muore l’agricoltura sarda. Se la Regione e lo Stato non intervengono subito, sarà catastrofe economica e sociale. Le aziende sono allo stremo»
dichiara Stefano Ruggiu, referente per la Nurra del Centro Studi Agricoli.
Le proposte del Centro Studi Agricoli per salvare la Nurra:
Il Centro Studi Agricoli è ad oggi l’unico soggetto ad aver presentato un piano d’azione immediato per contrastare l’emergenza siccità in Sardegna. Ecco i punti chiave:
- Dichiarazione immediata dello stato di calamità naturale per la Nurra e le aree colpite;
- Indennizzi immediati e adeguati, non le briciole promesse in passato;
- Apertura urgente dei pozzi consortili e attivazione di autobotti per il bestiame;
- Moratoria sui debiti bancari e contributivi per tutte le aziende agricole in difficoltà;
- Un piano idrico straordinario, trasparente e libero da logiche clientelari.
Basta attese: servono risposte ora
«Abbiamo detto basta. Servono risposte oggi, non tra sei mesi. La situazione è già fuori controllo. Se non si interviene subito, interi territori saranno abbandonati, con danni incalcolabili per il comparto agricolo e per l’economia locale», conclude Ruggiu.
