Agrivoltaico: La Scommessa del Futuro per Salvare l'Agricoltura in Sardegna

Dialogo, confronto e soluzioni innovative: il Centro Studi Agricoli riunisce esperti e agricoltori per tracciare la strada verso un equilibrio tra energia rinnovabile e tradizione agricola.

Si è concluso ben oltre le 14:00 l’incontro organizzato dalCentro Studi Agricoli (CSA) nella borgata sassarese di Campanedda, avente come
tema principale l’agrivoltaico. Un argomento particolarmente delicato, che
molte associazioni di categoria agricole evitano di affrontare. Tuttavia, il
CSA, rappresentato dai relatori Tore Piana e Stefano Ruggiu, si distingue per
il coraggio e la determinazione con cui sostiene gli agricoltori.

Prima di iniziare i lavori, il parroco di Campanedda ha portato i suoi saluti,
auspicando una convivenza civile tra redditività e agricoltura, senza
demonizzare le energie rinnovabili.

Il vicepresidente Stefano Ruggiu ha introdotto l’incontro, dando la parola
all’avvocato Gianfranco Meazza, responsabile del pool legale del CSA. Meazza ha
illustrato la complessa situazione normativa relativa all’agrivoltaico,
evidenziando come alcune leggi regionali siano destinate a essere impugnate dal
governo centrale.

Molto incisivo l’intervento del presidente del CSA, Tore Piana, che ha ricordato
come l’associazione sia stata l’unica organizzazione agricola a organizzare ben
tre convegni sull’argomento: il primo si è tenuto un anno fa presso la Cassa
Edile, il secondo quest’estate sempre a Campanedda, e ora il terzo. Piana ha
spiegato le ragioni delle lungaggini burocratiche e delle nuove leggi regionali
che stanno bloccando centinaia di aziende agricole, già schiacciate da debiti e
da pensioni insufficienti di appena 600 euro. Molti agricoltori speravano che
l’agrivoltaico potesse rappresentare una soluzione per risanare le proprie
attività e garantire una vecchiaia dignitosa, trasmettendo il mestiere alle
nuove generazioni.

Un punto importante sottolineato da Piana è che chi realizza un impianto
agrivoltaico, per legge, è obbligato a continuare la conduzione dell’azienda
agricola per altri 30 anni, dimostrando un incremento del reddito grazie
all’installazione. “Non si può dire sempre sì a tutto, ma neanche no a tutto”,
ha affermato Piana, invitando a un approccio equilibrato.

Di grande interesse anche gli interventi dell’avvocato Francesca Mascia e
dell’ingegnere Maurizio Pitzolu, rappresentante della nuova associazione “Sardi
per le Rinnovabili”, che raccoglie progettisti, costruttori e aziende agricole.
Pitzolu ha ringraziato Piana e Ruggiu per l’invito, sottolineando come la loro
associazione sia sempre stata favorevole al dialogo e al confronto con la
Regione e con le altre realtà del settore. Tuttavia, ha lamentato la mancanza
di apertura da parte delle associazioni di categoria, che finora non hanno mai
voluto confrontarsi sui benefici dell’agrivoltaico per le aziende agricole.

Non sono mancati momenti di tensione, alimentati da alcuni attivisti contrari
alle rinnovabili, i quali sostenevano che gli impianti non fossero necessari e
che gli agricoltori dovessero limitarsi a coltivare la terra. Grazie alla
moderazione del Centro Studi Agricoli, le discussioni si sono svolte in modo
civile, permettendo a tutte le parti di esprimere liberamente le proprie
opinioni.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto su un tema
cruciale per il futuro dell’agricoltura e delle energie rinnovabili in
Sardegna.

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